Perché il mondo arabo non è libero

Moustapha Safouan Perchè il mondo arabo non è libero

Nel suo saggio Perché il mondo arabo non è libero. Politica della scrittura e terrorismo religioso, lo psicanalista franco-egiziano Moustapha Safouan avanza una tesi che ha suscitato numerosi dibattiti: nel mondo islamico la lingua, più ancora che la religione, sarebbe un ostacolo alla libertà. Secondo Safouan, il dualismo, strumentalizzato dal potere, tra lingua letteraria e dialetti locali, tra lingua sacra e vernacolo di uso quotidiano, permette ancora oggi alle élite di sfruttare le masse e di consolidare la struttura autoritaria del potere.
Dall’inizio della storia, il potere politico in Medioriente ha sempre tratto legittimità dalla religione. Questo va di pari passo con la sacralizzazione della lingua della scrittura opposta alla lingua vernacolare e quotidiana e, perciò, con la subordinazione della scrittura a fini di prestigio e di sfruttamento. Lo stato islamico non fa eccezione. Ma, come ha dimostrato in modo inconfutabile lo sceicco ‘Al ‘Abd al-Razek, né il Corano, né i detti del Profeta contengono la minima indicazione sui principi di governo. Con un’impostura che raramente trova uguali nella storia politica dell’umanità, i governanti si sono serviti dell’ambiguità dell’espressione “successore del Profeta” per rivendicare il potere assoluto e mettere la religione sotto la ferula dello stato. Ne è risultato un modo di governare che si regge sulla corruzione, sulla repressione e sulla censura incarnata nella suddetta politica della scrittura.
Questo libro senza compromessi è un appello sia all’uso del vernacolo come lingua di cultura sia alla liberazione dell’islam dal giogo del potere temporale. In questo modo, abbozza un quadro sorprendente dello stato attuale della cultura nei paesi arabi.
Parlando dei paesi di lingua araba, Safouan non ha dubbi sul fatto che la mancanza di libertà derivi da una censura intellettuale connaturata alla storia del Medio Oriente: «La storia politica europea si è costituita sul modello greco, la sovranità, il potere deriva dal consenso dalla gente. In Medio Oriente il modello è rimasto un altro. È quello degli antichi egizi, dei sumeri, la sovranità viene da Dio. Con il tempo il divino ha smesso di essere il monarca, è diventato il libro del Corano». E quindi la parola scritta è diventata una delle ossessioni dei governanti o dei gruppi politici musulmani: «Controllando la scrittura, dividendo con forza l’arabo classico, dei colti, dalla lingua parlata, si è riusciti a impedire qualsiasi contagio delle idee». E questa non è una realtà ancestrale, ma qualcosa che accade anche ai giorni nostri: «La lingua parlata è nei paesi arabi diversissima da quella scritta dai giornalisti e dagli scrittori. Moltissima gente resta esclusa. Semplicemente non è in grado di leggere i libri che vengono tradotti a uso e consumo delle sole élite. Da pochissimo la diffusione dei media come la televisione ha iniziato a cambiare questo stato di cose. Ma la maggior parte della popolazione è ancora “muta” e “sorda”, senza possibilità di imparare».
Tanto che lo stesso Safouan già da diversi anni combatte una battaglia per tradurre testi e per tenere le sue conferenze utilizzando l’arabo parlato (che sta a quello classico come l’italiano sta al latino). «Molti anni fa tradussi in arabo classico il Discorso sulla servitù volontaria di Étienne de La Boétie. È uno dei grandi classici occidentali in difesa della libertà degli individui. Circolò solo tra gli intellettuali del Marocco. Succede così a moltissimi libri. Ed è ovvio che dietro a una situazione del genere c’è un interesse politico». Questo non è certo un retaggio del colonialismo. Dice sempre Safouan: «Gli occidentali, come tutti i colonizzatori, hanno imposto un ulteriore livello linguistico e spesso hanno badato al proprio interesse economico. Però va detto che nei territori occupati dalla Francia è stato creato un sistema di istruzione molto solido che ha aperto a molti una finestra sul mondo. Gli inglesi sono stati meno efficienti, però hanno creato al loro passaggio un sistema universitario di alto livello».
Chiaramente il terrorismo o i governi autoritari cercano di eliminare questi retaggi di apertura esattamente come cercano di mantenere l’arabo vivo e parlato assolutamente lontano dallo spazio della scrittura. In modo che i più restino esclusi dalla vita civile e che resti loro soltanto la frase meno bella del Corano: «Questo è il libro su cui non ci sono dubbi».

Angela Sforza

PER ACQUISTARE IL LIBRO:

IN LIBRERIA
O potete richiedere la spedizione alla Libreria Il secondo rinascimento, di Bologna:

Hai una domanda specifica da porre?

Una questione urgente o importante per la tua impresa?

Chiedici un suggerimento di lettura:

Accetto l'informativa sulla privacy