Peter Marsh, giornalista ed esperto di storia dell’industria, ripercorre i duecentocinquanta anni nel corso dei quali l’avvento delle fabbriche ha cambiato le sorti dell’economia dei paesi più ricchi e ha di fatto dato forma al mondo come lo conosciamo oggi. Fabbricare il futuro ci offre un ritratto puntuale dell’itinerario delle imprese più innovative e proiettate nel futuro, a partire dalla loro storia passata, attraverso le trasformazioni intervenute cammin facendo.
Tante storie di imprese di nicchia che si muovono da protagoniste nel mercato globalizzato, lontane dai riflettori dei media. Marsh descrive con dovizia di particolari la capacità d’interconnessione delle imprese globali, grandi o piccole, resa possibile dai progressi tecnologici legati alle reti di comunicazioni. Non più obbligate a localizzarsi in prossimità delle fonti delle materie prime, come accadeva agli inizi della Rivoluzione Industriale, le imprese globalizzate possono così spostare sempre più le loro sedi verso i mercati di sbocco, così da poter monitorare più da vicino l’evoluzione della domanda dei propri clienti più importanti. Anche riguardo all’ambiente – pur rifacendosi alle tesi basate sui luoghi comuni dell’ambientalismo come il rapporto causa-effetto tra attività dell’uomo e innalzamento delle temperature (in realtà, tutt’altro che provato) –, Marsh descrive in modo puntuale come un uso efficiente delle materie prime e la lotta agli sprechi giovino alla redditività delle imprese.
Marsh ci fa capire che chi si ferma è perduto e che le imprese più innovative sono proprio quelle che riescono a far evolvere il loro business attraverso i decenni e, in alcuni casi, anche attraverso i secoli, con imprese sorte agli inizi del XVI secolo per produrre fili d’oro e d’argento per il ricamo e, sfruttando le competenze acquisite, si sono evolute fino ai giorni nostri, giungendo a produrre cablaggi elettrici. A dimostrazione che, se l’oggetto della propria produzione spesso si modifica in seguito all’evoluzione della tecnologia e della domanda, la capacità di anticipare e cavalcare le trasformazioni in atto resta sempre la cifra dell’imprenditore, che non si impara sui manuali, ma si impara facendo, perché il futuro non è scritto da nessuna parte.
Carlo Zucchi
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