Il brainworking per la riuscita dell’impresa

 

Il brainworking* è l’approccio che consente agli imprenditori, ai manager, ai consulenti e ai collaboratori di acquisire strumenti di lucidità e intelligenza sia per affrontare le difficoltà che incontrano nella giornata sia per inventare nuove strategie e nuovi modi per ottenere risultati eccellenti nel lungo periodo.

In particolare, il brainworking mette in atto dispositivi differenti in ciascuna azienda, per riuscire nei seguenti propositi:

 

  • aumentare le vendite, il fatturato e gli utili
  • evitare i conflitti e dissipare le paure
  • favorire la collaborazione e l’integrazione
  • instaurare l’autorità e la direzione nel lavoro di squadra
  • trasmettere entusiasmo e identificazione
  • comunicare il progetto e il programma con efficacia
  • adottare il criterio della qualità assoluta, non standard
  • fare le cose secondo l’occorrenza, con rischio e audacia
  • promuovere i talenti e valorizzarli
  • raccontare il valore aggiunto dell’azienda
  • e altri aspetti che un’azienda considera prioritari.

 

Un percorso formativo approda al valore assoluto se, evitando i luoghi comuni, contribuisce a valorizzare la particolarità e la specificità di ciascuna esperienza d’impresa.

Il brainworking offre l’opportunità di acquisire nuovi strumenti per intendere e intervenire in modo efficace, con autorità e responsabilità, rilanciando e trasformando in opportunità le questioni che, di volta in volta, l’imprenditore si pone lungo il proprio viaggio: strategia e organizzazione produttiva e commerciale, passaggio generazionale, comunicazione interna ed esterna, marketing strategico, espansione nel mercato globale, automazione e digitalizzazione dei processi, brand management, quotazione in borsa, e così via.

 

*Com’è emerso durante il Forum internazionale Brainworking. Il cervello dell’impresa. Il business intellettuale in Italia e in Europa per l’avvenire della civiltà planetaria (Confindustria Modena, 25 novembre 2005, https://www.arcoiris.tv/scheda/it/3760/), è stato Emilio Fontela, economista dell’Università di Madrid, l’autore che per primo ha rilevato il termine brainworking nel rapporto del programma Fast dell’Unione europea (1988), per sottolineare che qualsiasi lavoro, anche quello considerato a torto di livello “inferiore”, già allora, esigeva l’intelligenza, l’intelletto, e la capacità del lavoratore di acquisire le doti dell’imprenditore, del brainworker. Per ulteriori approfondimenti, leggere i libri di Emilio Fontela Sfide per giovani economisti e Come divenire imprenditore nel ventunesimo secolo (Spirali).

 

 

Per ulteriori informazioni sui nostri interventi di brainworking,

mail: info@ilcapitaleintellettuale.it

tel: 05987230153483361991

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