L’Associazione che lei presiede, CNA Modena, è sempre stata al fianco dei suoi associati nei momenti più difficili delle crisi che hanno dovuto affrontare negli ultimi anni. Quando in marzo 2020 è scoppiata l’emergenza sanitaria in seguito alla pandemia, per esempio, CNA ha subito messo in campo una task force di 24 operatori per aiutare le aziende a orientarsi nel mare di regole e decreti locali, regionali e nazionali. Adesso che cosa può dirci a proposito degli scenari attuali?
In questo momento nell’economia c’è uno strano concatenamento di fattori positivi e negativi insieme: se da una parte l’economia è ripartita, dall’altra, la crisi delle materie prime e il conseguente aumento dei prezzi di qualsiasi bene rischiano di vanificare gli effetti della ripresa, soprattutto perché i margini di profitto si assottigliano sempre di più. Basti pensare che se un’azienda manifatturava lamiera, acquistandola a un euro al chilo e vendendola a tre dopo la lavorazione, adesso la paga due euro, ma continua a venderla a tre, in virtù dei contratti stipulati con i clienti quando questa impennata era del tutto imprevedibile.
Inoltre, il governo non ha considerato a sufficienza le difficoltà che avrebbero avuto le piccole aziende a restituire i prestiti ricevuti nel periodo di emergenza e a pagare le tasse e gli oneri, che sono stati sospesi nello stesso periodo e non sono stati dilazionati in dieci anni, ma dovranno essere pagati subito, alla scadenza.
Infine, già in dicembre scorso, si affacciava lo spettro dell’inflazione sia negli Stati Uniti sia in Europa. La Fed l’attribuiva allo squilibrio tra domanda e offerta provocato dalla rapida ripresa seguita al Covid e dagli imbuti nella supply chain, quindi giurava che nel 2022 sarebbe finita. Però non la chiamava più “fenomeno transitorio” e si posizionava per alzare i tassi d’interesse. Questo si traduce in ulteriore aumento dei prezzi, pressione dei sindacati, che cominceranno a chiedere l’aumento dei salari, e maggiori difficoltà per lo Stato, che registrerà un aumento del suo debito perché il costo degli interessi sarà maggiore.
Quali sono gli strumenti che CNA Modena sta offrendo in questo momento per dare una mano alle piccole e medie imprese?
Adesso stiamo monitorando il problema dei colli di bottiglia nelle forniture e dei picchi dei prezzi energetici, che non si risolvono certo con un aumento dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Comunque, sappiamo che, se il prezzo di un prodotto cresce del 100%, è raro che torni al prezzo d’origine, può calare del 30%, ma rimane sempre molto più alto di prima. E questo vale anche per i carburanti e per qualsiasi bene di consumo. Quindi bisogna monitorare la situazione e seguire con attenzione i nostri associati, per capire immediatamente dove intervengono le criticità maggiori e aiutarli a non cadere in trappole micidiali da cui non uscirebbero facilmente. Per questo, organizziamo visite, meeting e incontri che possano offrire loro contatti di lavoro e opportunità. Mai come in questo momento bisogna essere attenti a cogliere le occasioni. Le occasioni si presentano sempre, in forme diverse, anche al di fuori del proprio mestiere, bisogna saperle cogliere appena passano e cercare di montare su ogni carro che possa portarci da qualche parte (che non sia il fosso). E una vera occasione può essere la transizione energetica, che porterà le aziende dell’automotive del nostro territorio a reinventare la propria attività a brevissimo termine. Purtroppo, non sarà facile, perché sono tante le imprese artigiane che hanno dedicato la loro vita a produrre e a perfezionare tanti componenti meccanici del motore a scoppio che non avranno posto nel motore elettrico.
Sono aziende che hanno investito nelle nuove tecnologie ciascuna volta che si rendeva necessario o indispensabile alla crescita propria o dei loro clienti, non ultima la rivoluzione digitale promossa dal programma Industria 4.0. Quindi, non è facile dovere, ancora una volta, trovare gli strumenti per rilanciare e cogliere l’occasione per inventare e continuare a viaggiare. Tuttavia, gli emiliani sono straordinari, non si perdono d’animo, anzi, se qualcosa non riesce a farla un emiliano vuol dire che proprio non si poteva fare. Il loro motto è la frase coniata da Tom Fitzgerald e attribuita a Walt Disney, che ripeteva spesso Enzo Ferrari: “Se lo puoi sognare, lo puoi fare”. Speriamo soltanto che la transizione avvenga con meno rapidità di quella che auspicano alcuni, perché alle aziende occorre tempo per capire quali strade imboccare. Le più veloci si stanno già lanciando, sacrificando parte del fatturato consolidato con grandi case automobilistiche per puntare altrove, con il rischio di perdere poi l’una e l’altra cosa, ma è un salto che occorre fare: è inevitabile.
La cosa straordinaria in Emilia è che c’è un continuo confronto tra la politica e il territorio: il patto per il lavoro, il patto per il sociale, il patto per la mobilità, tutte azioni che negli ultimi anni hanno consentito alla politica di ascoltare meglio le esigenze dei cittadini e, viceversa, ai cittadini di non percepire gli amministratori pubblici come rivali. Speriamo che questa integrazione prosegua anche nel corso di questa transizione.
(Per gentile concessione della rivista “La città del secondo rinascimento”)